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mercoledì 18 giugno 2014

Storie d'amore inventato, di Loredana De Vitis, 20090 Edizioni, 2013. Intervento di Alessandra Peluso





Racconti, appunti di diario, frammenti di vita di giovani che tentano di raccogliere i cocci delle loro esistenze. Questo è “Storie d'amore inventato” di Loredana De Vitis.
Con un linguaggio diretto racconta storie di Rossella, Andrea, Marco, Piero, Laura, Giorgio alla ricerca disperata di un amore, o forse solo di se stesso. Si trovano maschi che si dimostrano dei contenitori, vuoti a perdere, e donne che credono di sapere ciò che vogliono, mentre si riscoprono fragili, sole.
Incapacità di comunicare e soprattutto mancanza di volontà all'ascolto e alla comprensione è ciò che Loredana De Vitis sembra far emergere nel mondo degli adulti. Semplici racconti attraversano la quotidianità, la crisi generazionale.
Tradimenti, sofferenze dovute ad amori finiti o “inventati” e mai esistiti come quello di Cecilia e Angelo.
Invade il libro una spiccata ironia nel parlare in fondo di drammi, si tratta infatti di matrimoni sfioriti, deturpati per via di tradimenti, amori cercati e mai trovati.
L'autrice tuttavia sembra divertirsi con gli stessi protagonisti; così quando si legge in un dialogo tra amiche, Irene e Giulia,  affermando che nella vita di una donna ci sono tre uomini: uno per l’amore, uno per il sesso e uno per il matrimonio e si ha bisogno di questa “coincidenza”, unione che in realtà non esiste. Perché si legge: «La vita è piena di sfumature, gli equilibri si costruiscono nel tempo e sono sempre diversi, ognuno sopravvive come può. Anche io ho accettato certi compromessi».
Eh sì, perché “Storie d'amore inventato” è un libro che narra storie di vita che a volte hanno bisogno di raggiungere un compromesso per sussistere, di facili equilibri che spesso non si reggono su valori, su sentimenti, ma su altro, su compromessi appunto.
Loredana De Vitis traccia un profilo preciso di uomini e donne soli, fragili, persi, distratti da effimere situazioni che allontanano da ciò che fondamentalmente si è o meglio si cerca di essere. Sembrano uomini e donne “gettati nel mondo” alla maniera heideggeriana, che ci sono e proprio per questo sono condannati all'angoscia. E allora all'amore che richiede impegno, sacrificio, dono si rinuncia e si ricorre alle volte a un escamotage: il sesso.   
Si evince un puzzle che si compone, ricompone, autodistrugge per delineare chiaramente la mancanza di ruoli, di uomini in grado di assumere le proprie responsabilità, e donne incapaci di essere donne, arrogandosi la pretesa di doversi occupare di tutto, mentre si riscoprono immancabilmente nella loro solitudine più tetra.
In fondo oltre a sorrisi malinconici che si possono abbozzare leggendo le “Storie d'amore inventato” di Loredana De Vitis, si comprende anche come sia necessario parlare d'amore e amarsi. Occorre conoscersi, parlarsi, ascoltarsi.
Essere grati a se stessi e all'altro e imparare ad amare l'altro. Solo amandosi si troverà l'amore, senza nemmeno il bisogno di cercarlo.
In tal senso, non ci sarà neanche il modo di parlare di “amori inventati”. E grazie alla scrittrice salentina i lettori potranno cimentarsi in questa nuova sfida!

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