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lunedì 30 agosto 2010

Questa città che sanguina di Alex Preston (Elliot). Intervento di Stefano Donno




















Wall Street, film splendido del 1987. Nella New York dell’alta finanza ciò che conta veramente è il potere dei dollari. Bud Fox (per gli amici Buddy) è uno splendido quanto anonimo broker con un solo imperativo categorico al di là del bene e del male: “Il successo si condensa in pochi attimi”. Il destino di Buddy cambierà radicalmente dopo l’incontro con lo spietato e spregiudicato finanziere d’assalto Gordon Gekko. Il film è una bella panoramica sul mondo della finanza negli anni ottanta, intriso di yuppismo, avidità, e scelleratezze varie dove il grande Michael Douglas rappresenta l’incarnazione del rampantismo e del “self-made man” degli anni ottanta, che sacralizza il libero mercato e ne sfrutta le più evidenti incongruenze.
Siamo nell’ambito della cinematografia contemporanea, anzi siamo nell’orizzonte degli eventi che appartengono alla storia del cinema, forse cosa ben più diversa. Diciamo che ora, ai nostri giorni, i tempi erano maturi perché qualcuno realizzasse, in questo nuovo millennio, un romanzo ambizioso, riuscito, che raccontasse una storia dove il ghiaccio rovente dei mercati finanziari e la dura realtà si fondessero in un’alchimia originale, ovvero in un prodotto in grado di avere un’alta resa di stile, e allo stesso tempo dotato di eleganza e brutalità. Ad oggi l’unico in grado di operare questo miracolo è un esordiente: Alex Preston. Classe 1979. Ha lavorato nel settore della finanza a Londra, dopo la laurea ad Oxford e aver ottenuto la CFA designation in economia. “Questa città che sanguina”, in Italia pubblicato da Elliot, in Inghilterra è stato un vero e proprio caso letterario e considerato uno dei migliori esordi narrativi dell’anno.
La storia: Charlie Wales vuole conquistare “il mondo” della finanza. Comincia la sua carriera finanziaria nella City, e con tanto di “resistenza sovietica” fa lo slalom tra le mille difficoltà iniziali, dal rapporto travagliato che lo lega alla splendida Vero, alla vita di ogni giorno nel lavoro e con gli amici e inquilini. Ma … c’è un ma! La scalata al successo a Londra per Charlie vuol dire investimenti ad alto rischio, e operazioni ai limiti della legalità proprio mentre fuori dal suo ufficio dove è come se fosse “sepolto vivo”, sta per esplodere la peggiore crisi economica mai conosciuta… La forza di questo lavoro sta nel rigore con cui Preston coniuga un alto valore letterario con i tecnicismi propri di un guru dell’economia, riuscendo a esprimere in maniera drammatica la perdita di senso e valore della nostra vita contemporanea, schizofrenicamente divisa tra modelli “glocali” economici avanzati e un senso di spaesante provvisorietà

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